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Trama
“Prima di lasciare la mia stanza per sempre, ho allungato le mie dita verso il cielo, quella sera, volevo toccare la luna, per far sì che si realizzasse almeno uno dei miei desideri, sperando in fondo che proprio la luna diventasse il mio portafortuna o che fosse così indulgente da permettermi di trovarlo.”Puglia, fine anni ‘50. Sorridente, dolce, affidabile, onesta. Lisa Antonaci, orfana di guerra cresciuta dalle suore, decide di intraprendere una nuova strada, la più straordinaria di tutte. A bordo dell’autobus che la porterà a Villa Rini, casa in cui è stata assunta come infermiera personale della dolcissima signora Nella, incontrerà Massimiliano Colella. Coincidenza vuole che sia il nipote della sua paziente e che debba convivere con lui sotto lo stesso tetto. Per lei il giovane dagli occhi scuri e i capelli arruffati dal vento è la dimostrazione stessa di Dio sulla terra. Nel soggiorno meraviglioso fra le mura di quella casa, la vendemmia, la famiglia che l’accoglie come una di loro, scoprirà che all’amore non ci sono ostacoli che tengano e che basta una passeggiata fra i vigneti e sotto la pioggia per capire quanto il mondo sia pronto ad accogliere la sua meravigliosa personalità. Una dolcissima storia per chi crede nell’amore a prima vista, e nella magia della campagna pugliese nascosta fra il fitto dei boschi.
Recensione
Lisa Antonaci, protagonista di questo bel romanzo di Paoletta Maizza, lascia il convento dove è stata cresciuta da orfana per raggiungere Villa Rini, luogo dove prenderà servizio come infermiera della signora Nella. Ad accompagnarla, il desiderio di trovare e tener stretto il suo portafortuna.
Proprio durante il viaggio, incrocia lo sguardo di un ragazzo che, solo una volta arrivata, scoprirà essere il nipote minore della sua paziente, Massimiliano Colella, un incantevole musicista dallo sguardo ipnotico.
Lisa sarà subito la benvenuta in famiglia, tanto che arriverà a percepire Villa Rini come casa sua.
La signora Nella, più che la paziente da assistere, diventa una vera e propria nonna per Lisa, una persona di cui prendersi cura non per dovere, ma per profondo affetto. Viceversa, Lisa non sarà solo un'infermiera, ma una nipote da trattare con dolcezza e da consigliare quando necessario.
La storia è ambientata in Puglia, negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, dove si respira un sentimento di rinascita. “Pioggia e uva”, o meglio, la natura in tutto il suo splendore, farà da stupendo sfondo alla storia.
Ho apprezzato molto lo stile dell'autrice, semplice e delicato, ma altrettanto diretto e capace di trasmettere l'emozione in tutte le sue sfumature.
Ho
trovato questa storia, narrata in prima persona dalla protagonista,
molto elegante.
L'amore, a metà del Novecento, veniva vissuto in
un modo diverso da quello contemporaneo.
Era fatto di attese, di sguardi, di confessioni sussurrate.
Ecco, l'amore viene raccontato come un dolce sussurro, un portafortuna da stringere al cuore.
O, per usare le parole di “qualcuno”:
“[...] amare significa sentirsi libero, prigioniero nel cuore di chi ci ama a sua volta.”
Tuttavia, in mezzo a tutta questa serenità, ci sono stati alcuni momenti che definirei “shock”: attimi che spazzano via le carte in tavola per giocarne delle nuove, totalmente diverse e inaspettate. Momenti di tensione in cui ti chiedi: “E adesso?!”
Un finale commovente corona la storia, lasciando il suo strascico nei pensieri e nel cuore.
Complimenti e grazie a Paoletta per questo racconto così intenso, con un romanticismo di altri tempi che fa sospirare d'amore.
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