Oggi, 27 gennaio, è la giornata della memoria. Si sono spese, negli anni, molte parole per cercare di capire i meccanismi che hanno spinto l'uomo a mettere in atto la più grande strage di persone macchiate di una sola colpa: essere ebree. (Il termine “colpa” lo utilizzo perché, agli occhi dei carnefici, quella era davvero tale. Mi discosto, ovviamente, da quel pensiero.) Si parla di carnefici, si ricordano con tristezza le vittime e si riflette sulla “zona grigia”, coloro che rimasero indifferenti. È giusto che sia così, senza dubbio. Due anni fa, la mia prof di italiano e storia propose a noi classe un progetto molto interessante che chiamò “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Ci dividemmo in gruppi e il nostro obiettivo fu quello di presentare alla classe la storia di un giusto tra le nazioni. Ma chi è un Giusto tra le Nazioni? Un giusto è, per definizione, un non ebreo che, nei duri anni della Shoah, mise in pericolo la propria vita p