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Matilde, sei mitica!





Recensione Matilde di Roald Dahl

Titolo: Matilde
Autrice: Roald Dahl
Genere: Romanzo fantastico
Anno: 1988
Lunghezza stampa: 220

Trama

Matilde ha imparato a leggere a tre anni, e a quattro ha già divorato tutti i libri della biblioteca pubblica. Quando perciò comincia a frequentare la prima elementare si annoia talmente che l'intelligenza deve pur uscirle da qualche parte: così le esce dagli occhi. Gli occhi di Matilde diventano incandescenti e da essi si sprigiona un potere magico che l'avrà vinta sulla perfida direttrice Spezzindue, la quale per punire gli alunni si diverte a rinchiuderli in un armadio pieno di chiodi, lo Strozzatoio, o li usa per allenarsi al lancio del martello olimpionico, facendo roteare le bambine per le trecce e lanciandole lontano. L'intelligenza e la cultura - sembra dire l'autore - sono le uniche armi che un debole può usare contro l'ottusità, la prepotenza e la cattiveria.

Recensione

Matilde, intelligente e coraggiosa protagonista, semplicemente si ritrova nella famiglia sbagliata che non comprende la sua mente prodigiosa e finisce per fare tutto da sola. Prendere libri dalla biblioteca, leggerli a casa per poi restituirli con grande responsabilità e rispetto.
Sarà la sua insegnante, la signorina Dolcemiele, a rendersi conto delle straordinarie capacità della bambina e ad aiutarla a svilupparle nel miglior modo possibile, dato che né la direttrice Spezzindue né la famiglia della piccola Matilde danno retta alle sue constatazioni.

Il ruolo di “peggior personaggio” è difficile da assegnare. Dahl inserisce diversi tipi di persone che, a modo loro, fanno storcere il naso.

I signori Dalverme trattano Matilde come un essere inutile, privandola di affetto, attenzioni e considerazione (ma la piccola saprà vendicarsi!).
Il padre è un truffatore che lavora nell'ambito delle auto e insegna il “mestiere” al suo figlio prediletto, Michele.
La madre, invece, è la tipica donna che si comporta come se non avesse figli. Mette il proprio bene al di sopra di tutto, incurante delle cose che non la riguardino in prima persona. Loda il marito per i soldi che riesce a portare a casa con le sue truffe.

La temibile direttrice Spezzindue (o Trinciabue, nel film) rispecchia il suo nome. Feroce, insensibile, aggressiva. Tratta i bambini della sua scuola come soldatini, con indifferenza verso le loro difficoltà e necessità. Vuole il controllo assoluto, il potere da direttrice che la fa sentire al di sopra di tutti e tutto.

Nonostante le circostante, Matilde riesce a camminare per la sua strada, a maturare e a riflettere come se fosse un'adulta intrappolata in un corpo da bambina.

Lo stile leggero e divertente di Dahl è riconoscibile già dall'esordio del romanzo:

“I padri e le madri sono tipi strani: anche se il figlio è il più orribile moccioso che si possa immaginare, sono convinti che si tratti di un bambino stupendo”.

La storia, con questo ritmo calzante, tiene incollati alle pagine, ognuna delle quali è intrisa di un sentimento. Sembra che l'autore sia scivolato nei panni di un amico e ci stia raccontando cosa è accaduto, davanti a una tazza di qualcosa, al tavolino di un bar.
Scorrevole e coinvolgente, tiene un'allegra compagnia al lettore.

L'amore di Matilde per i libri e lo studio, mi ricorda molto il mio. Mi ritrovo nel suo immergersi nelle storie e nella sua curiosità di scoprire cose nuove. La sua sete di conoscenza mi affascina e la comprendo dall'inizio fino a quella fine che c'è e non c'è, perché il romanzo termina, ma ho sempre immaginato quella bambina continuare a crescere tra pile di libri.

Dunque, un romanzo che non ha deluso le mie aspettative!




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